Italia-Svizzera: accordo fiscale e tassazione: novità in arrivo
Da questa settimana, il provvedimento è in aula alla Camera, dopo essere già stato approvato dal Senato. Il nuovo accordo fiscale tra Italia e Svizzera, che a seguito del vaglio di Montecitorio andrà a sostituire quello in vigore dal 1974, è un provvedimento di grande rilievo per il sistema economico varesino: qui sono circa 30mila i lavoratori che quotidianamente attraversano il confine, con un forte impatto sulla vita di molti Comuni di frontiera.
In particolare, la normativa che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2024, tra le novità di maggior rilievo, prevede un modello di tassazione concorrente anziché l’attuale sistema del ristorno delle quote fiscali pagate in Svizzera dai frontalieri. In buona sostanza, col nuovo modello, il frontaliere pagherà alla Confederazione l’aliquota prevista, mentre al nostro paese dovrà versare la parte restante fino alla concorrenza delle percentuale di imposta italiana. Questo comporterà, quindi, la fine dei ristorni dei fondi dei frontalieri ai Comuni, ma con un sistema graduale che si allungherà nei suoi effetti progressivi lungo una decina d’anni.
L’impatto fiscale non riguarderà i “vecchi” frontalieri, per i quali il modello di tassazione non cambierà sulla base dei “diritti acquisiti”, bensì quelli che entreranno nel mercato del lavoro elvetico dopo l’entrata in vigore del nuovo accordo. Nel frattempo, le organizzazioni sindacali e i Comuni di frontiera hanno ottenuto dal Governo la sigla di un memorandum che prevede alcune “clausole di salvaguardia” per il passaggio dal vecchio al nuovo sistema. In estrema sintesi, tra queste clausole ci sono l’introduzione di franchigie e la garanzia per gli stessi Comuni di frontiera che, perdendo i ristorni, possano accedere a risorse ad hoc.
Tutti temi, dunque, a forte impatto, che saranno al centro del webinar “Accordo fiscale e tassazione, incontro tematico sulle novità in arrivo” che si terrà venerdì 14 aprile, con inizio alle 17. L’iniziativa è promossa da Camera di Commercio in sinergia con i sindacati varesini, che hanno coinvolto anche quelli svizzero italiani, nell’ambito del più ampio progetto “Servizi informativi per le imprese e i lavoratori frontalieri” che l’ente camerale promuove ormai da anni con la collaborazione delle organizzazioni sindacali e che vede negli “sportelli frontalieri” il proprio asse portante.
Dopo i saluti introduttivi del presidente di Camera di Commercio Varese, Mauro Vitiello, e a seguito dell’illustrazione del piano d’attività 2023 per i frontalieri messo a punto dall’ente, toccherà ad Andrea Puglia dell’Ocst (Organizzazione cristiano sociale ticinese) entrare nei dettagli del nuovo accordo fiscale. Mentre il memorandum con alcuni dei suoi aspetti che paiono migliorativi della condizione frontaliera sarà al centro dell’intervento congiunto di Debora Pesce (Uil) e Mario Bertana, presidente regionale di un altro sindacato elvetico, l’Unia. Al termine del seminario online, sarà Roberta Tolomeo (Cgil) a illustrare il sistema pensionistico svizzero.
La partecipazione è gratuita, iscrizioni online